Il problema degli introvabili: offriamo formazione gratis.

PADOVA Una raffica di assunzioni nei primi sei mesi dell’anno, ma anche un’altra grande mole di posti di lavoro per questa estate. I numeri sono quelli elaborati da Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, basati sul bollettino Excelsior. All’inizio della primavera per il periodo maggio-luglio erano state previste entrate per 6.720 lavoratori, ma attenzione: oggi per quasi la metà dei posti ci sono difficoltà di reperimento. I motivi? Mancanza di candidati o preparazione inadeguata. 
L’indice di difficoltà di reperimento sale al 54% se si considerano gli ambiti di meccanica, meccatronica ed energia, al 53% se si passa alla produzione e manutenzione industriale o artigianale e resta sopra il 50% per informatica e telecomunicazioni. Si porta ancora più su in particolari nicchie come il settore degli impianti termoidraulici, dove le difficoltà nell’individuare figure adeguate si spinge quasi all’84%.
«Bisogna puntare forte sulla formazione – dice il presidente di Confapi, Carlo Valerio – L’ideale sarebbe permettere alle nuove leve di fare periodi in azienda affiancando le persone più esperte. Solo così si può davvero imparare il mestiere. Stiamo insistendo molto su questo punto». 
TURISMO E RISTORAZIONE Quello delle figure quasi introvabili è un tema che interessa da anni il comparto meccanico ma ora anche quello turistico e ristorativo. Federalberghi Terme Abano Montegrotto è stata la prima associazione a sollevare il problema nei mesi scorsi, poi anche l’Appe ha più volte lanciato l’allarme: «C’è difficoltà a reperire soprattutto le figure intermedie, come l’aiuto cuoco o l’aiuto pizzaiolo, che quando i locali erano chiusi hanno trovato posto nelle gastronomie dei supermercati». Ora il segretario Filippo Segato insiste: «La fase di ripartenza delle attività è limitata dalla difficoltà di trovare lavoratori per i mesi di luglio e agosto. Mai negli ultimi anni questa difficoltà si era manifestata in termini così drammatici. Probabilmente molti hanno trovato lavori anche in altri settori come in fabbrica, nel campo della logistica o in quello dei trasporti». 
LA PROPOSTA A tal proposito va segnalata l’iniziativa di Confesercenti con il proprio ente di formazione Cescot: corsi gratuiti mirati a formare in breve tempo, camerieri, barman, cuochi e pizzaioli. Il progetto è realizzato grazie all’assegno per il lavoro: la Regione eroga voucher spendibili in servizi di formazione, orientamento e consulenze utili ad arricchire le competenze professionali e ampliare le opportunità lavorative. «I corsi – spiega Confesercenti – nascono da una precisa domanda degli imprenditori della zona terme e colli: i posti di lavoro ci sono già, aspettano solo di essere colmati con le figure giuste». Sono stati previsti sei percorsi: aiuto cuoco, cameriere di sala, barman, addetto alla reception, cameriera ai piani e aiuto pizzaiolo. Ogni percorso prevede colloqui individuali, servizi di orientamento e attività di formazione finalizzate all’assunzione.
LE TUTELE Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl di Padova Rovigo, guarda la situazione da un’altra prospettiva e invoca in ogni caso maggiori tutele nei contratti di lavoro: «Se analizziamo i dati sulla crescita dell’occupazione, vediamo che aumentano soprattutto i contratti a tempo determinato. Occorre definire gli strumenti adeguati per tutelare i diritti dei lavoratori soprattutto nei settori che per il nostro territorio sono di vitale importanza come il turismo, l’agricoltura e la logistica: quelli dove si annida lo sfruttamento più selvaggio». 
I RISCHIFino ad ora abbiamo parlato di assunzioni, ma l’altro lato della medaglia riguarda il tema della sblocco dei licenziamenti scattato l’altro ieri (ma il blocco permane fino al 31 ottobre per tessile e abbigliamento). Qui tornano utili ancora una volta i dati di Confapi, che basandosi sui numeri nazionali di Bankitalia stima per la provincia di Padova tra i 12 mila e i 13 mila licenziamenti potenzialmente in ballo. 
«I calcoli di Bankitalia sono di due mesi fa ma le cose cambiano in fretta – spiega il presidente Valerio – I maggiori rischi sono per settore tessile e settore moda, che però fino ad ottobre avranno il blocco dei licenziamenti. In ogni caso qui non temiamo licenziamenti di massa: nel Padovano troviamo perlopiù aziende piccole dove un imprenditore ragiona in modo diverso rispetto alle grandi realtà. Qui le persone non sono numeri, le aziende faranno tutto il possibile per non perdere persone su cui hanno investito». E la speranza è che quella cifra – 13 mila posti a rischio – resti solo una stima potenziale.