Amazon – Le consegne in ritardo sui diritti

I 18000 licenziamenti di Amazon, colosso del commercio online, di inizio 2023 non toccano, per ora, il Veneto. Restano, però, precarietà e pesanti condizioni di lavoro. Qualche rappresentanza sindacale è entrata in azienda: poche per ottenere contratti stabili.

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… Nel centro di distribuzione a San Bellino-Castelgugielmo le cose non vanno meglio, anche se sono state introdotte alcune novità. Mentre gli autisti sono esterni, “padroncini” che si organizzano in autonomia, i lavoratori Amazon sono prevalentemente magazzinieri e non tutti si lamentano. «Probabilmente è migliorata la selezione, vengono assunte persone più giovani che, di fronte a un lavoro fisicamente impegnativo, non avvertono così tanto la fatica come chi ha qualche anno in più – racconta
Francesca Pizzo, segretaria territoriale Cisl Padova Rovigo – Inoltre l’azienda è intervenuta direttamente su due fronti: il trasporto e gli alloggi per i dipendenti, visto che la struttura è abbastanza isolata; e il lavoro stesso, adottando pratiche motivazionali francamente discutibili ma, a quanto pare, efficaci, come far ascoltare musica ad alto volume e offrire bibite energetiche». Malgrado questi timidi segnali il sindacato continua a chiedere migliori condizioni e, soprattutto, maggiore stabilità: «Molti contratti non vengono rinnovati – aggiunge Oscar Dalla Rosa, segretario Fit Cisl Padova Rovigo – a volte perché il picco di lavoro termina ma a volte anche per un turnover il cui motivo non viene specificato. Il preavviso, inoltre, è spesso troppo breve». «Come sindacato vediamo alcuni piccoli risultati come la nascita di qualche rappresentanza ma sono ancora troppo poche – conclude Francesca Pizzo – È un peccato che l’azienda non si confronti con noi, sarebbe un’opportunità sia per i lavoratori sia per Amazon stessa, non c’è l’intenzione di metterci in contrasto».