Studenti e giovani poco più che diciottenni Scoperti 41 lavoratori in nero e 28 irregolari

Studenti e giovani tra i 18 e i 25 anni. Sembra proprio siano queste le categorie più sfruttate nel mondo del lavoro. A parlare sono i numeri della più recente operazione della Guardia di Finanza, svolta all’interno di alcune attività commerciali e di servizio che si trovano tra Padova città e provincia . Contratti irregolari, lavoro in nero o “a chiamata”. Le Fiamme Gialle, durante una serie di controlli in locali notturni, pizzerie, ristoranti, sushi, piscine all’aperto e altro, hanno scoperto ben 41 lavoratori in nero e 28 irregolari. E la maggior parte sono giovani.
In città sono stati controllati alcuni locali all’aperto frequentati dalla movida estiva: piscine, ristoranti, pizzerie e sushi. In tutto sono stati sorpresi …(continua a leggere l’articolo in pdf)

L’ira dei sindacati:

«I ragazzi, le vittime più frequenti. Così non avranno la pensione»
 
Lavoro nero per i sindacati è sinonimo di precarietà, diritti negati, tanta ignoranza e una dose importante di furbizia. «Gli imprenditori che fanno nero sono molto spesso i nuovi schiavisti e i lavoratori costretti ad accettare queste condizioni gli schiavi».
Non usa mezze misure Marco Galtarossa , segretario confederato Cgil. «Questa importante operazione delle forze dell’ordine dimostra l’ennesima volta quello che diciamo da troppo tempo: primo, i settori coinvolti spesso sono quelli in cui anche le paghe “in chiaro” sono da fame; secondo, le vittime principali sono i giovani perché si pensa debbano accettare qualsiasi condizione. Nel caso degli universitari spesso hanno delle famiglie alle spalle e dunque finiscono per accettare retribuzioni ben al di sotto della dignità perché il resto ce lo mettono i genitori. Terzo, anche i lavoratori devono capire che in queste condizioni non vedranno mai la pensione perché quei soldi sporchi sono diritti negati che presenteranno il conto domani. A tutto questo dobbiamo aggiungere che i controlli sono pochi perché manca il personale, mentre i datori di lavoro hanno molte scappatoie per fare i furbi: i voucher – contro i quali ci siamo tanto battuti – e da ultimo che non è più necessaria la causale per il tempo determinato. A rimetterci sono anche gli imprenditori onesti perché il lavoro nero è concorrenza sleale. Per tutte queste ragioni sabato prossimo scenderemo in piazza con la manifestazione nazionale».
Senza un contratto non c’è sicurezza del lavoro, secondo Massimo Zanetti, coordinatore della Uil Veneto Padova, o lo si capisce, o la piaga del lavoro nero non sarà mai contrastata: «Non abbassiamo la guardia e, seppur con difficoltà, continuiamo a lavorare affinché il mondo del lavoro diventi veramente e pienamente un luogo rispettoso delle regole e delle norme di sicurezza», sottolinea, «l’esito dell’operazione dei finanzieri è frustrante e fa arrabbiare perché il lavoro dovrebbe essere un diritto per tutti. Solo regolarmente contrattualizzati si è tutelati e c’è una maggior certezza nella sicurezza».
E poi c’è la grande questione culturale, che trova d’accordo tutte le sigle sindacali: «Dobbiamo agire nei banchi di scuola», interviene Samuel Scavazzin , segretario Cisl, «spiegano con chiarezza e fermezza che diritti e doveri significano salute e sicurezza per tutti. La cultura in questa battaglia è fondamentale perché a volte sia gli imprenditori sia i dipendenti non conoscono le regole. I disonesti ci sono sicuramente, questi pensano solo al profitto, ma penso ci sia anche una fetta di ignoranti. Sono convinto bisognerebbe lavorare massivamente con le associazioni di categoria, i consulenti del lavoro, i sindacati per fare cultura di legalità. Oggi ci sono categorie più ricattabili: gli stranieri perché hanno bisogno del permesso di soggiorno; gli studenti perché spesso fanno “lavoretti” temporanei e non sono sufficientemente consapevoli sono vittima di diritti negati. Servono i controlli per estirpare caporalato e lavoro nero; servono formazione e informazione e serve punire che delinque».