Per rendere l’occupazione stabile servono investimenti.

“La crescita c’è, ma per renderla stabile è necessario dare stabilità all’occupazione: i recenti dati diffusi da Veneto Lavoro confermano che la campagna vaccinale sulla quale la Cisl si è molto impegnata ha dato i suoi frutti per una ripresa delle aspettative, ma ha confermato anche la tendenza ad un aumento del lavoro precario, che significa incertezza e incapacità, soprattutto per i giovani e le famiglie, di programmare il futuro”.

Ad offrire un’attenta lettura dei dati sul terzo trimestre dell’anno è il Segretario generale della Cisl di Padova Rovigo, Samuel Scavazzin, che tuttavia non nasconde i propri timori.

“Preoccupa” rimarca “il numero di quanti non cercano nemmeno più un lavoro: la diminuzione del 9,1% delle dichiarazioni di disponibilità al lavoro, che in Polesine arriva perfino al 12,8%, è un dato da non sottovalutare, che indica scoraggiamento. E preoccupa anche la dinamica relativa alle assunzioni a tempo indeterminato, le uniche a risultare negative, del 6%, rispetto al 2019, nonostante gli incentivi per i lavoratori con meno di 36 anni. E se è vero che il numero dei licenziamenti si conferma inferiore a quello pre-covid, bisogna ricordare che nell’ultimo trimestre la chiusura dei contratti è dovuta principalmente a fine termine e che il 31 ottobre è scaduto il blocco dei licenziamenti anche per le piccole e medie imprese”.

Una scadenza, questa, che non può che sollevare apprensione, in particolare proprio per il Polesine che non è un territorio con una rete di grandi realtà industriali bensì di realtà di ridotte dimensioni e che potrebbe vedere, “saltare il tappo” di un mercato occupazionale rimasto congelato dalle misure emergenziali.

Sarà, quindi, già nell’ultimo bimestre dell’anno che si capirà lo stato di salute del mercato del lavoro della provincia di Rovigo, che fino ad ora ha avuto performance superiori alla media regionale.

SERVONO INVESTIMENTI

Scavazzin propone di guardare avanti e non indietro: “Questi dati confermano la necessità di avviare un piano di investimenti a livello territoriale finalizzato alla creazione di buona occupazione, anche attraverso la realizzazione di progetti formativi rivolti ai lavoratori coinvolti nei processi di innovzione tecnologica e transizione ecologica. In attesa che il Nadef (la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) destini ulteriori risorse alla riforma degli ammortizzatori sociali, è necessario potenziare le politiche attive territoriali e studiare strumenti idonei ad accompagnare lavoratori verso un’occupazione stabile”.