Organizziamo la Speranza. Per tutti.

Domenica 9 settembre 2018, dalle ora 18.00, in Piazza dei Frutti a Padova, l’associazione “Abracciaaperte” organizza un’iniziativa, alla quale la Cisl Padova Rovigo aderisce, in cui verrà offerta la cena gratuita a tutti coloro che si presentano.

All’evento interverrà anche Liliana Ocmin, Responsabile del Dipartimento Donne, Giovani e Immigrati della Cisl Nazionale.

 

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Comunicato Stampa del 10.09.18

“Di qui la vista è bellissima, perché si vede il futuro”. Così ha esordito Liliana Ocmin, responsabile del Dipartimento immigrazione, donne e giovani della Cisl, nel suo intervento alla cena “A braccia aperte”, dal palco allestito domenica sera in piazza della Frutta, a Padova.

Un appuntamento ormai tradizionale organizzato dai Beati costruttori di pace, associazione guidata da don Albino Bizzotto. Liliana Ocmin, nata in Perù e arrivata in Italia nel 1993 come immigrata irregolare per studi universitari, è stata presentata da Francesca Pizzo, dell’Ust Cisl di Padova e Rovigo. “Il futuro – ha proseguito Ocmin – è quello di una città piena di persone diverse che convivono e si rispettano. E’ quello per cui lavoriamo giorno per giorno. Per far capire che l’immigrazione accompagna da sempre la storia dell’uomo. E’ un fenomeno che riguarda anche gli italiani: quanti vanno all’estero per cercare un futuro migliore? Anche la convenzione di Ginevra sancisce il diritto delle persone di poter scegliere dove vivere”.

Per gestire questo fenomeno la solidarietà è importante, ma da sola non basta. “La sfida è quella di riconoscere i diritti e i doveri degli uni e degli altri, di chi arriva e di chi ospita, in un’ottica di reciprocità. In questa sfida la Cisl gioca un ruolo importantissimo: guai a rispondere al populismo con altro populismo. Noi cerchiamo una terza via”. Ocmin ha quindi citato don Milani, ricordando che non bisogna dare per carità quello che spetta per giustizia. In Italia vivono oltre 5 milioni di immigrati regolari che producono l’8,8% della ricchezza del Paese. Nonostante questo non è stato possibile trovare un accordo sulla proposta di legge sullo ius soli e non è stato ancora garantito agli immigrati il diritto di voto.

“Stiamo parlando di persone – ha concluso Ocmin – non di braccia. Persone con aspirazioni e ambizioni. Siamo convinti che il tema dell’immigrazione metta a nudo le difficoltà di questo Paese. Una battaglia sulla quale mi sto impegnando, insieme ad altre sindacaliste e sindacalisti, è quella perché venga garantito alle donne immigrate quel diritto alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che molto spesso loro garantiscono alle famiglie”.
Alla cena hanno partecipato circa 2mila persone di tutte le età, etnie e culture. Otto i buffet predisposti, con cucina italiana, vegetariana, islamica, senegalese, somala, filippina, eritrea, marocchina. Profumi e colori che hanno contribuito alla vivacità e all’allegria della festa. Tantissime le associazioni che hanno aderito, dalla comunità di Sant’Egidio a Legambiente, dal Cuamm a Libera e molte altre ancora. Il saluto iniziale è stato portato da don Albino Bizzotto.

“Se ci troviamo in questa piazza – ha detto – è per il bisogno di esprimere con forza un progetto di umanità che guarda avanti con fiducia e con speranza. Questa non è la cena dei poveri. La battezzerei la cena della vita, perché mai come in questo momento dobbiamo fare in modo che prevalga il senso della vita, anche per la nostra madre terra”.

Per il sindaco Sergio Giordani, “questa cena rivela il vero spirito di Padova, che è una città aperta, solidale ed inclusiva”.

Hanno portato il loro saluto anche il direttore della Caritas diocesana don Luca Facco e il prefetto Renato Franceschelli. Dopo Liliana Ocmin è intervenuta Dijana Pavlovic, portavoce di Alleanza Romanì, che ha ricordato la storia, le discriminazioni e le stragi sofferte dalle popolazioni rom e sinti.