La condizione delle donne nel lavoro

FICAROLO – Un appuntamento organizzato da “Polesine Progressista” con Cgil, Cisl e Uil. Una tavola rotonda sui tanti passi in avanti compiuti e i tanti che ancora debbono essere fatti.

“Uprising… se otto ore vi sembran poche”, a Ficarolo, venerdì scorso, la tavola rotonda che, a pochi giorni dalla “Giornata della Donna”, Polesine Progressista ha organizzato in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil e con il sostegno dell’Anpi.
Moderatrice della serata Laura Bassi, portavoce de “Il Veneto che Vogliamo” e componente del gruppo politico-culturale ficarolese, al tavolo delle relatrici, in una serata tutta al femminile, Enrica Muraro, delegata Uil Fpl, Stefania Botton, segretaria territoriale Padova Rovigo Cisl e Elisa Cavallaro della segreteria provinciale Cgil. Ha aperto i lavori l’intervento di Maria Agnese Turchetti, in rappresentanza dell’Anpi di Ficarolo, con un breve excursus che ha tracciato la condizione femminile del secolo scorso tra la Prima guerra mondiale e l’8 settembre, la stessa Turchetti ha poi letto il saluto di Antonella Toffanello, presidente Anpi provinciale, per motivi personali assente all’appuntamento, che ha tracciato il ruolo delle donne nella Resistenza al nazifascismo.
L’approfondimento dei temi della serata, lanciati da Laura Bassi, a partire dallarivolta, uprising, passando dalle mondine e le otto ore di lavoro, per arrivare alla situazione attuale delle donne nel mondo del lavoro tra i tanti passi in avanti compiuti e i tanti che ancora, purtroppo, debbono essere fatti.
Le differenze salariali, la mancanza di welfare, i contratti a termine pongono, soprattutto alla classe politica, ai governi che in questi anni si sono succeduti, domande che, a tutt’oggi, non hanno avuto risposte esaustive.
Tentativi ne sono stati fatti, l’ha evidenziato durante la serata l’intervento di Monica Tomasini, componente di “Polesine Progressista” ed esperta, per competenze professionali, dell’argomento in questione, ma purtroppo in troppi casi questi tentativi si sono rivelati inutili. E allora, alla vigilia di un 8 marzo particolarmente significativo e coinvolgente, quali azioni mettere in campo per raggiungere l’obiettivo della parità di trattamento, nel mondo del lavoro, tra donne e uomini? Le risposte delle rappresentanti sindacali, diverse ma sovrapponibili, nella ripresa di coscienza delle donne e nella ripresa di responsabilità dell’universo maschile e delle classi dirigenti, anche in virtù di una maggiore presenza quantitativa e qualitativa delle donne, rispetto a queste problematiche. C’è bisogno di riconoscimento della qualità del lavoro delle donne, della complessità dell’impegno professionale delle donne, all’interno delle diverse realtà lavorative ma anche e soprattutto nella quotidianità, nelle mansioni che attendono, purtroppo, specialmente le donne, tra le mura domestiche.

Muraro, Botton e Cavallaro hanno alzato l’asticella dell’attenzione da ciò che ormai è unanimemente riconosciuto a quanto si deve concretamente attivare per raggiungere gli obiettivi. In Italia siamo ancora molto indietro rispetto, ad esempio, all’Europa del nord e anche se le premesse non sono ancora, purtroppo, entusiasmanti per il nostro Paese, Cgil, Cisl e Uil ci sono e dal mondo del lavoro, come sempre accaduto nella storia, per altre mille motivazioni, è plausibile attendersi l’uprising, il rovesciamento di questa situazione.