Logistica, il futuro inizia adesso.

Al Salone del Grano convegno Cisl  sul settore della logistica. La grande ocasione della ZLS.

Scavazzin: “Serve sinergia tra impresa, sindacati e politica”. Armenio: “Più risposte dai Comuni”

ROVIGO – Risolvere le criticità del territorio, fare sinergia tra enti, sindacati ed imprese, individuare i punti di forza. Queste le basi da cui partire per parlare di logistica, emerse durante l’incontro organizzato dalla Cisl nella ieri mattina. Un convegno in cui Zls, zona logistica speciale e grandi investimenti delle multinazionali, come Amazon, hanno preso grande spazio. E poi la necessità di migliorare collegamenti infrastrutturali e ottenere risposte più celeri dalle pubbliche amministrazioni.
“Quello della Zls è un argomento molto importante,- ha detto Samuel Scavazzin, Segretario generale della Cisl Padova Rovigo – che può dare valore aggiunto al territorio ma può portare anche aspetti negativi, se non gestiti bene. L’idea di questo convegno è parlare del lavoro da fare nei prossimi anni. Servirà una sinergia tra impresa, sindacati e politica, altrimenti il rischio è l’impoverimento fisico ed industriale, e non possiamo permettercelo”.
Un’opportunità per un territorio spesso poco considerato rispetto ad altre realtà venete. “Finalmente si può dare più interesse a questa provincia, bella difficile e sempre ai margini dell’economia nazionale. – ha commentato il senatore Bartolomeo Amidei pontando i suoi saluti – Speriamo che con questi fondi si possano realizzare opere ed infrastrutture tanto attese”. I saluti sono stati portati anche da Rosa Correale, viceprefetto d Rovigo e Paolo Avezzù, vicepresidente del Cur.
Claudio Capozucca, segretario generale trasporti veneto Cisl, ha analizzato tematiche e criticità del settore logistica a livello nazionale: “Due milioni e mezzo di lavoratori in Italia per un settore che vale il 10% del Pil nazionale. Un settore che continua a crescere ed ecco perché è un’occasione che non possiamo perdere”.
Dall’analisi di Cisl emergono però diverse criticità. “Il Veneto è dietro a regioni come Lombardia per concentrazione di imprese, – ha proseguito – ma l’Italia è in una posizione molto bassa nella competizione con altri Paesi per quanto riguarda le infrastrutture. C’è poi una forza lavoro immigrata poco qualificata e poco retribuita. Solo il 2% dei lavoratori è qualificato per affrontare innovazione tecnologica, informatica e di digitalizzazione. Questo comporta un turnover medio del 35%, perché si resta nella logistica finché ‘non si trova di meglio’”.
La seconda parte del convegno è stata occupata dalla tavola rotonda in cui sui temi della logistica si sono confrontati, Francesca Pizzo, di Cisl Padova Rovigo, Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Venezia Rovigo, Laura Cestari, consigliere regionale del Veneto, Luca Montagnin, presidente di Cna Padova Rovigo e Francesco Antonich, di Confcommercio Venezia.

Rispondendo alle domande di Alberto Garbellini, della Voce di Rovigo, Francesca Pizzo ha spiegato che “quest’area ha grandi potenzialità di sviluppo, che può diventare sviluppo sostenibile. E’ servita da una rete stradale e ferroviaria adeguata, che va comunque potenziata per le nuove esigenze. Tra queste abbiamo la Zls, che prende in esame anche le capacità di insediamento. Prendiamo l’esempio di Amazon, che è stato visto da noi fin dall’inizio come un insediamento non gestito. Vogliamo vedere nella logistica una grande opportunità anche grazie alle nuove misure come i Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), ma si dovrà lavorare sulla sostenibilità, che sarà uno dei temi fondamentali per tutti i settori, come l’informatizzazione e la digitalizzazione”.
Paolo Armenio ha spiegato che “al momento attuale il territorio non è in grado di fare sviluppo industriale. Se in Italia è difficile fare impresa nella regione lo è ancora di più, e nel capoluogo polesano ancora di più”. Armenio ha rimarcato che a Rovigo “le risposte dall’urbanistica arrivano con molta lentezza, ci sono alcuni nodi, come l’area Interporto e il tipo di insediamenti che devono ancora essere risolti. In generale spesso gli imprenditori non ricevono risposte da una pubblica amministrazione. In Polesine sono i 18 sindaci e devono cominciare a lavorare insieme”. E ancora: “Per la logistica del futuro dobbiamo essere in grado di creare insieme al sindacato e agli imprenditori le nuove professionalità che saranno il futuro del nostro sistema, valorizzando le nuove competenze».
Fondamentale, per la consigliere Regionale Laura Cestari non chiudersi quindi in campanilismi. “Dobbiamo fare sinergia a più livelli. – ha specificato – La Regione ha avuto un ruolo propulsivo per far arrivare la Zls. Dobbiamo imparare ad accogliere questa opportunità credendoci.
La stima è di 2.4 miliardi di investimenti potenziali e di 177mila posti lavoro. Le possibilità possono essere tante per tutti”. Logistica significa anche formazione e professionalità qualificate. E al convegno è emersa la difficoltà di far capire, in Polesine, il valore degli Its e la loro capacità di formare manager della logistica.
Sotto la lente d’ingrandimento anche il nodo delle infrastrutture, materiali e digitali e la necessità di implementarle per migliorare, hanno sottolineato i relatori “collegamenti e interconnessioni e per arrivare ad avere un lavoro davvero di qualità”.
Per Luca Montagnin “dobbiamo fare un lavoro insieme per rendere il territorio più competitivo e migliorare le condizioni di lavoro e le infrastrutture. Dobbiamo prepararci al mercato che verrà”.
Per Francesco Antonich “il Polesine può essere un territorio agricolo, logistico e industriale. La Zls dovrà essere un’area inclusiva dove si sperimenta eccellenza, programmazione e correttezza”.
Le conclusioni sono state affidate ad Andrea Cuccello, della segreteria Confederale nazionale Cisl: “Durante l’incontro è emerso anche il tema di un mercato immobiliare che vale poco. Questa zona prima di fare ragionamenti di natura economica deve dare una spinta demografica, in una dinamica di crescita del Paese. Serve un accordo a livello provinciale, con Comune, Provincia, Regione, associazioni datoriali, per eliminare il massimo ribasso negli appalti. Nella filiera delle piccole imprese c’è un problema di diritti del lavoro che vengono sistematicamente calpestati. E’un settore dequalificato, povero, dove si inserisce il caporalato e sindacati spuri.”