Contrattazione sociale tra sindacato e Comuni: Uscire dalla logica di pensare solo al proprio orticello

Contro denatalità, spopolamento della provincia di Rovigo, mancanza di lavoro per neolaureati, sviluppo del territorio con attenzione alle fasce più deboli, Cgil, Cisl e Uil di Rovigo promuovono gli incontri con i Comuni per ragionare insieme.

“La negoziazione sociale è uno strumento importante che Cgil Cisl e Uil usano da anni – ha spiegato Samuel Scavazzin – un confronto che chiediamo a tutti i comuni ogni anno per parlare di problematicità e cercare risoluzioni ai problemi della cittadinanza”.

ROVIGO – In maniera unitaria Cgil, Cisl e Uil della provincia di Rovigo si rivolgono ai Comuni del Polesine per richiedere incontri specifici per la contrattazione sociale, strumento ritenuto essenziale per un confronto propositivo e costruttivo su tematiche che interessano prevalentemente lo stato sociale. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita delle comunità polesane, a partire dalle fasce più deboli e fragili.

L’esperienza della contrattazione sociale ha oltre 10 anni di storia, anche se solo negli ultimi 3-4 anni ha prodotto risultati concreti come la sottoscrizione di un accordo di programma con Ulss 5 Polesana o il protocollo d’intesa con il Comune di Rovigo per la gestione dei fondi Pnrr.

I sindacati chiedono incontri con le amministrazioni comunali nelle fasi di definizione e/o modifica del DUP o del bilancio di previsione.

Gli ambiti di discussione durante gli incontri sono il contrasto alla povertà con misure di aiuti a famiglie ed imprese; le politiche sociosanitarie e territoriali; le politiche di Governance locale e progetti di fusione dei Comuni; le politiche di contrasto all’evasione o alla elusione fiscale; le politiche giovanili e di genere.

Hanno tratteggiato il bilancio di un anno di negoziazione sociale in Polesine ed illustrato i progetti 2023 i segretari Gino Gregnanin per Uil di Rovigo, Samuel Scavazzin per Cisl Padova e Rovigo e Pieralberto Colombo per Cgil Rovigo.

Nel 2022 sono stati 14 i Comuni incontrati dai sindacati tra cui Rovigo, Lendinara, Porto Tolle, Badia Polesine, Rosolina, San Bellino, Trecenta, Costa di Rovigo.

“Speriamo che l’invito al dialogo venga colto da tutte le amministrazioni come una opportunità per ragionare tutti insieme. Cerchiamo di creare unione e cittadinanza per elevare il livello delle politiche locali, quali per esempio quelle del lavoro, perchè le proiezioni del 2050 per il Polesine, in deficit di aziende, risorse e persone da anni, lo vedono destinato allo spopolamento” hanno dichiarato i sindacati.

La provincia di Rovigo nel 2022 ha confermato il record, in negativo, per nascite in Veneto: solo 953 nascite lo scorso anno.

Non solo denatalità, ma anche fuga dalla provincia di Rovigo che, benchè sia sede universitaria distaccata di Ferrara e Padova grazie al Cur, è terza in italia per percentuale di laureati che trovano lavoro all’esterno della provincia in cui hanno studiato.
Il dato è estremamente significativo del fatto che il Polesine non offre lavoro adeguato ai laureati, oppure il lavoro non c’è proprio, e chi ha studiato deve abbandonare la provincia per trovare occupazione.

Il tema della negoziazione sociale non riguarda solo i Comuni, ma anche le grandi imprese del territorio come Adriatic LNG o Amazon per condividere una idea, una filosofia di sviluppo.
“Pensiamo sia importante, perchè il punto di vista del sindacato che per radicamento, per ascolto, è una straordinaria antenna che raccoglie i bisogni delle persone, spesso di quelle più in difficoltà“.

Auspicando maggior coinvolgimento da parte dei Comuni dal sindacato ribadiscono: “Si possono trovare soluzioni insieme ai Comuni, le proposte che noi facciamo non sono necessariamente di maggiori spese, ma spesso riguardano come le spese esistenti vengono distribuite. Facciamo proposte ai Comuni nel senso di una equità sociale“

Obiettivo 2023 è il rilancio dell’ipotesi di istituire un fondo “Welfare Polesine” di concetto mutualistico, coordinato dalla Provincia di Rovigo, collettore di risorse anche modeste, 50 centesimi a cittadino servito, messe a disposizione da Comuni, societá partecipate, mondo privato di aziende che sono insediate in polesine e che fanno utili importanti, per progetti di utilitá sociale o micro impresa per rendere il Polesine più attrattivo.

“Dobbiamo uscire dalla logica dell’orticello e cominciare a ragionare in materia di sviluppo del territorio abbracciando il concetto mutualistico alla base del progetto del fondo” hanno concluso Colombo, Scavazzin e Gregnanin.