Rovigo – La fusione tra Comuni è inderogabile

Da qualche tempo è tornato finalmente al centro del dibattito pubblico il tema della fusione tra Comuni della nostra provincia, che sembrava scomparso dall’agenda politica dei Sindaci. Come Cgil Cisl e Uil di Rovigo e Sindacato Pensionati di Cgil Cisl e Uil da anni – in particolare attraverso l’attività di negoziazione sociale con le Amministrazioni locali – poniamo tra le priorità proprio l’urgenza di arrivare alla fusione tra Comuni polesani.
Il costante spopolamento che da anni colpisce la provincia di Rovigo, con il progressivo impoverimento sul versante dei servizi pubblici e privati per i cittadini in molti Comuni, rende necessaria tale misura per invertire la rotta. Oltre l’80% dei Comuni polesani ha ormai una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti.
 
Certamente è indispensabile anche creare  condizioni e progettualità per uno sviluppo di qualità del nostro Territorio che lo renda nuovamente attrattivo per persone ed imprese ma l’attuale frammentazione in tanti piccoli Comuni non solo è  anacronistica ma è ormai controproducente.
Lo si è visto palesemente con gli stessi progetti locali per l’utilizzo dei fondi del PNRR che erano riservati a realtà comunali di almeno 15mila abitanti.
Le fusioni (non unioni che si sono rivelate inefficaci) che facciano crescere i nostri Comuni, consentirebbero invece importanti economie di scala – che libererebbero risorse – e maggiore efficienza e disponibilità di servizi, con indubbi vantaggi per tutti i cittadini. Questo aspetto emerge da tutti gli studi in materia.
 
Ciò darebbe più forza alle nostre realtà comunali, superando logiche periferiche e renderebbe più snella e praticabile la programmazione di progetti di sviluppo complessivo territoriale di cui abbiamo un gran bisogno.
 
Per una realizzazione più rapida ed efficace di tali percorsi riteniamo che debbano anche essere riviste le attuali procedure e su questo aspetto va stimolata e coinvolta la Regione come pure la Provincia; è ormai in gioco, anche sotto questo aspetto, lo sviluppo ed il progresso del nostro Territorio.
Bisogna infine lavorare sotto l’aspetto culturale, anche con le cittadine ed i  cittadini delle comunità locali coinvolte, per superare le logiche di campanile, andare oltre la sbagliata idea che il più grande finirebbe per “mangiare” il più piccolo e per spiegare gli oggettivi vantaggi per la cittadinanza in caso di fusioni.
 
Come organizzazioni sindacali siamo e saremo disponibili ad accompagnare tali percorsi,  anche nel quotidiano nostro rapporto con le tante persone che incrociamo nel Territorio.
 
Pieralberto Colombo (Cgil)    Samuel Scavazzin (Cisl)    Gino Gregnanin (Uils)