Morti sul lavoro. “Urgente un intervento dello Stato. Noi le proposte le abbiamo”

ROVIGO – “Cgil, Cisl e Uil di Rovigo esprimono la loro vicinanza alla famiglia di Alessandro Ottoboni, l’operaio 59enne di Taglio di Po deceduto ieri per un incidente sul lavoro LEGGI ARTICOLO. Si tratta purtroppo dell’ennesima vittima di un vero e proprio bollettino di guerra che non sembra avere fine, se consideriamo che il 2023 in Italia si è chiuso con un incremento dell’1,1% delle morti sul lavoro rispetto al 2022. Tragedie che non hanno risparmiato né il Veneto né la nostra provincia”. 

Sono le parole di Pieralberto Colombo, Segretario generale Cgil Rovigo, Samuel Scavazzin, Segretario generale Cisl Padova Rovigo e Gino Gregnanin Segretario generale Uil Rovigo.

“Come Organizzazioni sindacali ci siamo da tempo posti l’obiettivo di zero morti sul lavoro, ma bisogna agire subito. Consci che non è semplice trovare una soluzione univoca per risolvere davvero questa piaga, constatiamo che nonostante il contributo di proposte da parte nostra, sia a livello locale che nazionale, siamo di fronte a un’urgenza che dovrebbe essere affrontata come una priorità assoluta, invece sembra essere una sorta di emergenza a intermittenza. Se ne parla molto, soprattutto da parte di chi ha il compito di legiferare, sull’onda di tragedie come questa, poi però tutto torna nell’ombra e continua come prima. Un esempio, pur non relativo alla nostra provincia, è quanto accaduto per la tragedia sul lavoro alla stazione di Brandizzo, che ha suscitato sgomento e scalpore, ma che nonostante le denunce del sindacato non ha portato a nessun cambiamento al sistema degli appalti né alle modalità del lavoro e non a caso pochi giorni fa un altro operaio è morto sui binari”.

Come Cgil, Cisl e Uil “continuiamo a chiedere, come previsto persino dal protocollo, di fatto mai attuato per intero, con la Regione Veneto, un potenziamento vero degli organici degli enti preposti alla vigilanza, non solo a fini repressivi, quando necessario, ma anche di prevenzione. Chiediamo una patente a punti per le aziende, che premi il rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza e un investimento vero sulla cultura della sicurezza, a partire dalle scuole dove, per gli studenti che saranno i lavoratori o gli imprenditori di domani, questo tema sia inserito nei programmi di studio e non a spot. Continueremo ad impegnarci anche all’interno delle aziende, come facciamo attraverso i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e i rappresentanti per la sicurezza territoriale nell’artigianato. Constatiamo che in alcuni casi l’Rls è visto come un elemento di disturbo più che come un soggetto fondamentale per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

E questo dimostra l’urgenza di un intervento legislativo che consideri tutti i diversi aspetti di questo tema, soprattutto per le aziende medio-piccole, in un mondo del lavoro che negli ultimi anni si è sempre più parcellizzato e frantumato. A dimostrazione che sicurezza, formazione, precarietà e frammentazione del lavoro sono temi correlati, i dati segnalano una polarizzazione degli incidenti. La maggior parte coinvolge i giovani fino ai 24 anni, più precari e penalizzati da una scarsa attenzione alla formazione rispetto alla produzione ad ogni costo, e gli over 55, per i quali l’aumento del rischio è legato all’allungamento dell’età pensionabile, soprattutto per certi lavori. Come Cgil, Cisl e Uil di Rovigo stiamo pensando ad una grande campagna formativa e informativa che, oltre alle aziende, anche attraverso il lavoro quotidiano dei nostri Rls ed Rlst, coinvolga anche gli istituti scolastici del territorio”.