Aumento dei prezzi al consumo a Padova e Rovigo

PADOVA – L’inflazione rallenta nel capoluogo ma il carrello della spesa resta caro. A gennaio l’impennata del costo della vita è calata ma tutto costa di più, dagli alimentari al cinema.

L’ANALISI

L’Inflazione torna ai livelli pre-crisi, ma il carrello della spesa resta ancora assai caro per i padovani, tanto che il sindacato Cisl va all’attacco: «Vanno aumentati stipendi e pensioni». Dopo mesi di rincari a doppia cifra, anche a Padova l’aumento del costo della vita inizia a rallentare, ossia cresce in modo nettamente meno vertiginoso rispetto al periodo precedente. Non c’è però da cantare vittoria, perché prodotti e servizi continuano a costare sempre di più, da pane e latte fino al biglietto del cinema. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dei prezzi al consumo (relativi a gennaio 2024) diffusa dal settore Programmazione controllo e statistica del Comune.

I DATI

La variazione tendenziale (il confronto tra i prezzi rilevati a gennaio 2024 con quelli dello stesso mese dell’anno scorso) per la città è dell’1%, mentre in Italia la media è dello 0,8%. La variazione congiunturale invece (il raffronto tra il costo della vita a gennaio con quello di dicembre 2023) è dello 0,3%. In altre parole la salita dei prezzi impenna meno rispetto a quanto faceva lo scorso anno.

«Nonostante questo ha commentato Luca Fracasso, referente di Adiconsum Padova Rovigo  restiamo bloccati in un contesto di prezzi elevati rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In particolare il report conferma l’aumento dei prezzi che già molte famiglie hanno notato facendo la spesa: rispetto a gennaio 2023 i prodotti alimentari sono aumentati del 5,7%».

Colpisce, in questa categoria, l’aumento del costo della frutta (+19,9%), della verdura (+14,5%), della carne (+2,9%) e di pane e cereali (+2,5%). Come è accaduto nei mesi scorsi, ci sono alcuni prodotti che continuano a registrare dei rincari da record, in primis l’olio d’oliva che anche il mese scorso ha totalizzato un impressionate (+42,6%). Più cara anche la pizza (+5,3% in più rispetto all’anno scorso). Lo stesso vale per la carne di maiale (+9%) e le patate, poi, si sono attestate a un poco incoraggiante +11%. Tempi duri anche per chi ha figli piccoli (gli alimenti per bambini sono aumentati del 7,6%) e, ad esempio, pure per gli amanti dei gelati (che hanno registrato un aumento del 7,1%). Più caro anche il cioccolato che si attesta a +4,9%. Insomma, la pur robusta flessione dell’inflazione per il momento non sembra avere avuto ripercussioni significative sul carrello della spesa dei padovani.

IL COMMENTO

«Ancora una volta Padova vanta un triste primato in fatto di costo della vita ha detto il segretario generale di Cisl Padova-Rovigo, Samuel Scavazzin. Nonostante il rallentamento dell’inflazione, l’aumento dei prezzi colpisce soprattutto le fasce più deboli. Il rischio è una contrazione del mercato interno. Per evitarlo, è necessario rilanciare salari e pensioni e consolidare il potere d’acquisto di lavoratori e famiglie, valorizzando la contrattazione e le relazioni industriali in senso partecipativo. Una maggiore sinergia sul territorio tra enti preposti al controllo, sindacati e associazioni dei consumatori potrebbe inoltre evitare pericolose speculazioni».

«Poi continuano ad aumentare gli affitti, del 5,9% su base annua ha concluso  Fracasso  mentre il capitolo dei costi inerenti la spesa per la casa è in diminuzione, grazie al -34,9% rilevato per le bollette di luce e gas: quest’ultimo dato non stupisce, perché come Adiconsum ha già sottolineato indica solo un lento ritorno alla situazione precedente l’impennata dei costi degli ultimi due anni. Il contesto a Padova resta quindi quello di un continuo aumento dei prezzi, relativi soprattutto ai beni di prima necessità. Ma nemmeno svaghi e cultura sono al riparo: il settore ristorazione registra un +4,4%, mentre è del +5,9% l’aumento, rispetto a gennaio 2023, per cinema, teatro e concerti».

ROVIGO – L’inflazione si stabilizza, ma i prezzi restano alti, soprattutto per i beni di prima necessità. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dei prezzi al consumo nella città di Rovigo diffusa oggi dalla sezione Statistica del Comune. 

La variazione tendenziale rilevata per la città di Rovigo, dello 0,9%, supera di poco il dato nazionale dello 0,8% – osserva Luca Fracasso, referente di Adiconsum Padova Rovigo – Tuttavia restiamo bloccati in un contesto di prezzi elevati rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In particolare, il report conferma l’aumento dei prezzi che già molte famiglie hanno notato facendo la spesa: rispetto a gennaio 2023 i prodotti alimentari sono aumentati del 6,3%, ben al di sopra del 5,7% registrato dall’Istat a livello nazionale”. Colpisce, all’interno di questa categoria, l’aumento dei prezzi di frutta e verdura, rispettivamente del 18,4 e 14,6, della carne al 4,5% e di pane e cereali +3,3%.

“L’aumento dei prezzi colpisce soprattutto le fasce più deboli – osserva il segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin – Il rischio è una contrazione del mercato interno. Per evitarlo, è necessario rilanciare salari e pensioni e consolidare il potere d’acquisto di lavoratori e famiglie, valorizzando la contrattazione e le relazioni industriali in senso partecipativo. Una maggiore sinergia sul territorio tra enti preposti al controllo, sindacati e associazioni dei consumatori potrebbe inoltre evitare pericolose speculazioni”. 
I dati del Comune di Rovigo rilevano una variazione più contenuta a gennaio rispetto al mese precedente, pari a +0,2%. “Continuano tuttavia ad aumentare gli affitti, del 4,4% su base annua e +0,4 rispetto al mese scorso – osserva Fracasso – mentreil capitolo dei costi inerenti alla spesa per la casa è in diminuzione, grazie al -43,7% per le bollette della luce e -27,8 per quelle del gas: dati che non stupiscono, perché come l’Adiconsum ha già sottolineato, indicano solo un lento ritorno alla situazione precedente l’impennata dei costi per l’energia degli ultimi due anni. 
Il contesto a Rovigo resta quindi quello di un continuo aumento dei prezzi, relativi soprattutto ai beni di prima necessità – conclude il referente Adiconsum – ma nemmeno gli svaghi sono al riparo dagli aumenti: il costo dei ristoranti è aumentato del 4,1% rispetto a gennaio 2023”.