Calo delle assunzioni: servono misure rapide e durature

Per il segretario della Cisl Padova Rovigo è necessario mettere in campo misure efficaci fin d’ora a sostegno dell’occupazione. Bene la proroga del blocco dei licenziamenti, ma serve di più.

ROVIGO – “A ridosso dall’entrata in vigore del nuovo lockdown, i dati sull’occupazione diffusi da Veneto Lavoro confermano che la pandemia sta mettendo in ginocchio il sistema economico del nostro territorio e che è necessario mettere in campo misure efficaci fin d’ora a sostegno dell’occupazione. Bene la proroga del blocco dei licenziamenti, ma serve di più: un piano di investimenti che promuova uno sviluppo sostenibile e duraturo e che interrompa il preoccupante aumento delle disuguaglianze”.

Sono le parole di Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo “Non possiamo che essere allarmati dall’ulteriore, forte rallentamento del saldo tra assunzioni e cessazioni, sceso a livello regionale dal +12.000 di due anni fa all’attuale +6.900. Dato comunque condizionato dal blocco dei licenziamenti. I dati più significativi relativi al primo bimestre dell’anno sono dunque quelli relativi alle assunzioni. E anche se la provincia di Rovigo ha fatto registrare la flessione più contenuta per la domanda di lavoro (pari a -13%, contro il -50%, ad esempio, di Venezia) dobbiamo tenere conto che questo dato è condizionato dal frequente turn-over di lavoratori somministrati e dalla mancanza di continuità lavorativa, che le Organizzazioni sindacali stanno da tempo combattendo”.

“Preoccupa – continua Scavazzin – il dato relativo alle assunzioni femminili, con un calo del -32% rispetto al 2020 a livello regionale, a fronte del -24% degli uomini. Si conferma, come abbiamo più vote sottolineato, recentemente in occasione dell’8 marzo, che le donne stanno pagando il prezzo più alto della pandemia, sotto il profilo professionale e anche dall’organizzazione della vita familiare (significativa anche la diminuzione dei contratti part-time per le donne). Anche i giovani stanno soffrendo pesantemente dei profondi mutamenti del sistema economico e il quasi azzeramento dei contratti di apprendistato lo confermano: l’unica tipologia contrattuale che ha fatto addirittura registrare una dinamica negativa rispetto agli anni precedenti.

Sulla destinazione dei fondi europei è necessario quindi aprire un tavolo sul territorio con le pubbliche amministrazioni, le associazioni di categoria e le parti sociali per definire un piano di investimenti che garantisca una vera risalita. Una ripresa economica che non sia effimera, ma sostenibile e duratura, che crei lavoro di qualità per le donne, a tutto vantaggio dello sviluppo e del benessere del nostro sistema economico, e che non penalizzi ulteriormente le generazioni che già oggi stanno pagando con la didattica a distanza un prezzo elevato alle necessarie misure per il contenimento del contagio”.